Lo stress da lavoro correlato è una condizione psicofisica che si manifesta quando le richieste dell’ambiente lavorativo superano le capacità dell’individuo di gestirle.
Non si tratta di semplice stanchezza o di una giornata difficile: è un disagio costante che può influenzare la salute mentale, fisica e la vita personale.
Secondo l’INAIL e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo tipo di stress può derivare da diversi fattori: carichi di lavoro eccessivi, scarsa organizzazione, conflitti tra colleghi o superiori, mancanza di supporto o continue pressioni sui risultati.
Col tempo, può causare disturbi seri come ansia, depressione, insonnia, attacchi di panico, e in alcuni casi perfino patologie croniche.
Riconoscere lo stress da lavoro correlato è il primo passo per affrontarlo. Il secondo è sapere che esistono strumenti legali e istituzionali per denunciarlo e tutelarsi. Continua a leggere per saperne di più.
Introduzione: Cos'è lo stress da lavoro correlato
Perché è importante denunciare lo stress da lavoro
Segnali e sintomi dello stress da lavoro correlato
Cosa dice la legge: tutela del lavoratore
Chi può fare la denuncia e quando
Come denunciare lo stress da lavoro correlato: la procedura passo per passo
Consigli utili per tutelarsi prima e dopo la denuncia
Conclusione: agire per la propria salute mentale
FAQ – Domande frequenti su come denunciare lo stress da lavoro correlato
Denunciare lo stress da lavoro correlato non è solo un diritto, ma un passo fondamentale per proteggere la propria salute.
Troppe persone sottovalutano i segnali, per paura di perdere il posto, sembrare deboli o di non essere credute.
Ma ignorare il problema può peggiorare la situazione fino a portare a gravi conseguenze fisiche e psicologiche.
In più, segnalare una condizione di disagio non è solo un atto personale: può contribuire a migliorare l’ambiente lavorativo per tutti.
Le aziende hanno l’obbligo legale di valutare i rischi psicosociali e attuare misure preventive. Se nessuno parla, nulla cambia.
Infine, sporgere denuncia può attivare una serie di tutele previste dalla legge, come l’intervento del medico competente, il riconoscimento dell’infortunio o malattia professionale da parte dell’INAIL, e un eventuale supporto psicologico.
Riconoscere i sintomi dello stress lavorativo è fondamentale per intervenire in tempo. I sintomi possono essere diversi da persona a persona, ma ce ne sono alcuni ricorrenti che non vanno ignorati.
Sintomi fisici:
Insonnia o difficoltà a dormire
Mal di testa frequenti
Problemi gastrointestinali
Tensioni muscolari, soprattutto a collo e spalle
Stanchezza cronica, anche al risveglio
Sintomi psicologici ed emotivi:
Ansia costante o attacchi di panico
Irritabilità, nervosismo, scatti d’ira
Calo dell’autostima
Senso di impotenza o frustrazione
Depressione o apatia
Sintomi comportamentali:
Assenteismo o ritardi frequenti
Difficoltà a concentrarsi
Calo del rendimento
Isolamento dai colleghi
Aumento del consumo di alcol, fumo o farmaci
Quando questi sintomi sono legati in modo evidente all’ambiente di lavoro, è il caso di considerare seriamente l’ipotesi di stress da lavoro correlato e valutare la possibilità di denunciarlo.
In Italia, lo stress da lavoro correlato è riconosciuto come un rischio professionale. Questo significa che il datore di lavoro ha l’obbligo legale di prevenirlo, valutarlo e gestirlo, come stabilito dal D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro).
La legge impone ai datori di lavoro di includere anche i rischi psicosociali (come lo stress) nella valutazione dei rischi aziendali.
Se non lo fanno, o se ignorano le segnalazioni dei dipendenti, possono essere sanzionati.
Inoltre, se lo stress da lavoro causa una patologia fisica o psicologica diagnosticabile, il lavoratore può richiedere il riconoscimento di malattia professionale all’INAIL, con accesso a tutele economiche e sanitarie.
La normativa tutela anche il lavoratore che decide di denunciare: nessuna ritorsione può essere legalmente esercitata nei suoi confronti per aver segnalato una condizione di disagio.
In caso contrario, si configurerebbe una condotta illecita, sanzionabile anche in sede giudiziaria.
La denuncia dello stress da lavoro correlato può essere fatta da qualsiasi lavoratore che ritenga di trovarsi in una condizione di disagio psico-fisico legata al proprio ambiente lavorativo.
Non è necessario avere una diagnosi iniziale, ma è fondamentale iniziare a documentare il malessere e segnalarlo alle figure competenti.
Può fare la denuncia:
Il lavoratore direttamente interessato
Il medico competente dell’azienda (se presente)
Il medico di base, su segnalazione del paziente
Il RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza)
Un patronato o un legale, a supporto del lavoratore
Quando farla:
Il prima possibile, non appena si riconoscono sintomi persistenti legati al lavoro
Quando il disagio incide in modo significativo sulla salute o sulla produttività
Dopo aver raccolto elementi concreti (visite mediche, testimonianze, email, ecc.)
Anche retroattivamente, se si è già in malattia o in infortunio legato al lavoro
Agire tempestivamente è importante per evitare che la situazione peggiori e per attivare le tutele previste dalla legge e dall’INAIL.
Denunciare lo stress da lavoro correlato non è un gesto impulsivo, ma un processo che richiede attenzione, documentazione e il coinvolgimento delle giuste figure. Ecco i passaggi fondamentali.
1. Raccogliere prove e documentazione
Inizia documentando tutto ciò che può dimostrare il tuo stato di stress e la sua connessione con il lavoro:
Referti medici (medico di base, psicologo, psichiatra)
Email o messaggi che testimoniano pressioni, conflitti o comportamenti scorretti
Relazioni del RLS o di colleghi
Eventuali richieste già fatte all’azienda senza risposta
Più prove hai, più sarà facile dimostrare la tua condizione.
2. Rivolgersi al medico competente o al medico di base
Il medico competente (se presente in azienda) ha l’obbligo di tutelare la salute dei lavoratori. Se non ti senti a tuo agio a parlarne con lui, puoi rivolgerti al tuo medico di base, che può certificare il tuo stato di salute e, se necessario, metterti in malattia o indirizzarti verso uno specialista.
3. Coinvolgere il RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza)
Il RLS è una figura chiave nella gestione dei rischi in azienda. Può:
Segnalare formalmente il problema al datore di lavoro
Richiedere una valutazione specifica del rischio stress
Supportarti nel percorso di denuncia, anche in modo riservato
4. Contattare l’INAIL o un patronato
Se il medico ritiene che ci sia una connessione tra lo stress e il lavoro, può fare una segnalazione all’INAIL per avviare l’iter di riconoscimento come malattia professionale.
Puoi farti assistere da un patronato (gratuitamente) per:
Presentare la documentazione all’INAIL
Seguire la pratica passo dopo passo
Richiedere eventuali indennizzi o prestazioni
Questa procedura ti permette di attivare tutele concrete e ricevere il supporto medico, legale ed economico di cui potresti aver bisogno.
Dopo aver presentato la denuncia di stress da lavoro correlato, si attivano una serie di passaggi che coinvolgono più soggetti, a seconda della gravità del caso e del canale utilizzato (medico, RLS, INAIL, legale, ecc.).
Se la denuncia passa tramite il medico e l’INAIL:
L’INAIL apre un’indagine per accertare la natura professionale del disturbo.
Il lavoratore potrebbe essere sottoposto a visita da parte di un medico legale dell’ente.
Se riconosciuto lo stress come malattia professionale, si ha diritto a:
Indennizzo per inabilità temporanea
Rimborso delle spese mediche
Assegni per inabilità permanente (se ci sono danni duraturi)
Se la segnalazione avviene internamente all’azienda:
Il datore di lavoro è tenuto a valutare e correggere il rischio segnalato.
Può essere predisposta una visita medica con il medico competente.
Possono essere avviati interventi correttivi (es. cambio mansioni, formazione, mediazione con colleghi o responsabili).
Possibili sviluppi:
In alcuni casi, la situazione può portare a un contenzioso legale se l’azienda non collabora o se ci sono elementi gravi (mobbing, danni permanenti).
È sempre consigliato farsi affiancare da un patronato o un avvocato del lavoro per evitare errori.
Denunciare lo stress da lavoro correlato è un passo importante, ma anche delicato. Ecco alcune strategie per proteggersi prima, durante e dopo l’iter di denuncia.
1. Non aspettare troppo
Se avverti disagio costante, agisci subito. Più a lungo si prolunga la situazione, più difficile sarà dimostrare il legame tra stress e lavoro, e maggiore sarà l’impatto sulla salute.
2. Documenta tutto
Tieni traccia scritta di:
Episodi rilevanti (pressioni, insulti, turni massacranti, isolamento)
Comunicazioni via email o messaggi
Orari di lavoro e carichi straordinari
3. Non isolarti
Condividi la tua situazione con colleghi di fiducia, familiari o sindacati. Il supporto di altri può aiutarti a sentirti meno solo e offrire testimonianze utili.
4. Evita lo scontro diretto
Non affrontare verbalmente superiori o colleghi in modo aggressivo. È meglio procedere per vie formali, tramite segnalazioni scritte, il medico o il RLS.
5. Affidati a professionisti
Se non sai da dove iniziare, rivolgiti a:
Un patronato
Il medico di base
Uno psicologo del lavoro
Un avvocato specializzato in diritto del lavoro
6. Cura la tua salute mentale
Anche se la denuncia è in corso, cerca di proteggerti: chiedi un periodo di malattia se necessario, avvia un percorso psicologico, considera eventuali cambiamenti lavorativi.
Lo stress da lavoro correlato non è un problema da ignorare o da “sopportare in silenzio”.
È un segnale che qualcosa, nel contesto lavorativo, non funziona. Denunciarlo non è un atto di debolezza, ma di consapevolezza e tutela della propria salute.
Hai diritto a lavorare in un ambiente sano, equilibrato e rispettoso. Se questo non accade, la legge ti dà strumenti precisi per difenderti.
Agire in tempo, documentarsi e chiedere supporto sono i primi passi per uscire da una condizione che può diventare invalidante.
La salute mentale è una priorità, e nessun lavoro dovrebbe metterla a rischio.
È una condizione riconosciuta dalla normativa italiana (D.Lgs. 81/2008) come rischio professionale, derivante da pressioni, carichi e dinamiche lavorative dannose per la salute psicofisica del lavoratore.
Puoi iniziare dal medico di base, dal medico competente aziendale o dal RLS. In seguito, puoi rivolgerti a INAIL, a un patronato o a un avvocato del lavoro.
Referti medici, certificati psicologici, email, messaggi, testimonianze, registri di lavoro e qualsiasi elemento utile a collegare lo stress all’ambiente lavorativo.
Sì, se accertato da un medico e riconosciuto dall’INAIL, può essere considerato malattia professionale, con diritto a indennizzo e tutele.
No. Qualsiasi ritorsione è illegittima e può costituire motivo di sanzione per l’azienda. La legge tutela il lavoratore che segnala situazioni di rischio o malessere.
L’INAIL avvia un’indagine medica e amministrativa. Se viene confermata la correlazione tra stress e lavoro, puoi accedere a prestazioni economiche e sanitarie.
Manolo Mauri
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